Il primo incontro individuale, gratuito, è un occasione di conoscenza reciproca con la persona che mi ha contattata e può essere anche l’incontro con i componenti di una coppia o di un nucleo familiare.
Per me è un momento di ascolto in cui, parafrasando le parole di Lisa Galli (2009), mi chiedo quanto della mia professionalità riuscirò a mettere in campo per aiutare quella persona a fronteggiare la sua condizione di malessere psicologico. Ma rappresenta anche un nuovo incontro che, se proseguirà in un percorso di terapia, arricchirà la mia conoscenza, la mia visione della vita fino a cambiare qualcosa dentro di me.
Il primo incontro è la possibilità di raccontare di sé, del proprio malessere e della propria sofferenza. E’ anche un momento in cui si attivano nel paziente – o nei pazienti – reazioni emotive e sensazioni importanti per capire se avviare un precorso con me, quali ad esempio il fatto di sentirsi a proprio agio e di poter parlare liberamente delle proprie aspettative, fantasie e impressioni.
Dopo questo primo appuntamento, segue una fase preliminare di valutazione detta di anamnesi, che si sviluppa in due o tre incontri e che serve a raccogliere informazioni sulla persona – o sulla coppia o sul nucleo familiare - ad individuare la richiesta d’aiuto portata, a sviluppare delle prime ipotesi diagnostiche e ad elaborare la proposta di terapia più adatta.
Alla fine di questo momento iniziale alla persona potrà essere proposta una consulenza psicologica, cioè un intervento focalizzato su una problematica specifica e circoscritta, che prevede incontri settimanali o quindicinali e un percorso di durata limitata nel tempo.
In alternativa, potrà essere proposto un percorso di psicoterapia, indicato per trattare un disagio più diffuso, che richiede incontri generalmente settimanali protratti nel tempo e un percorso con durata temporale complessivamente più ampia rispetto ad una consulenza, in base alla complessità del disturbo e dalla motivazione del paziente.
L’esito di questa prima fase può riguardare anche l’invio ad un altro professionista come il medico psichiatra per la valutazione di un trattamento farmacologico di sostegno o ad ulteriori figure d’aiuto se la richiesta portata necessita di un approccio multiprofessionale.
I colloqui hanno sempre sede nello studio psicoterapeutico ma, in talune circostanze, possono aver luogo presso il domicilio del paziente qualora lo stato di disagio psicologico o fisico gli impedisca di uscire di casa o nel caso in cui lo stesso sia impossibilitato a “muoversi” per momentaneo ricovero presso una struttura sanitaria (es. ospedale, clinica, altro).
Infine, per chi è spesso in viaggio di lavoro, è possibile realizzare dei colloqui via skype.